VIOLACCIOCCA

Matthiola Incana- Cheiranthus

 Pianta erbacea appartenente alla famiglia delle Brassicaceae, con fusto eretto, talvolta legnoso alla base e con foglie alterne lanceolate, di colore verde-biancastro per effetto della peluria che la ricopre. 1 grammo contiene tra i 635 ed i 670 semi.

                

Il seme germoglia in pochi giorni (3-4) alla temperatura di 18 -25 °C ed è molto sensibile alla luce: predilige infatti esposizione al sole. Richiede terreni di medio impasto, poroso, sabbioso, ben concimato, leggermente acido (pH compreso tra 5.5 e 6.5), ma prospera anche nei terreni argilloso-calcarei. L’umidità stagnante è molto dannosa, così come la forte sensibilità alle gelate. Subito dopo la germinazione bisogna fare in modo che la temperatura in serra sia regolata intorno ai 14°C Può essere seminata direttamente oppure allevata come giovane pianta e poi trapiantata in serra.

La Violacciocca più coltivata appartiene alle varietà precoci (Maria, Juliette, Brigitte, Clementine, ecc), utili per la coltivazione programmata, seguendo approssimativamente, i seguenti periodi di trapianto e conseguenti periodi di raccolta:

Tali varietà presentano, per i colori bianco e giallo, una percentuale di fiore doppio intorno al 95%, mentre per le colorate (rosso, lilla, rosa, albicocca, ecc) una percentuale di fiore doppio intorno al 50%.

Le varietà normali (le Mammouth con diversi colori, seminate per lo più a dicembre/gennaio e raccolte orientativamente a fine marzo/inizio aprile) e le Prouesse

L’impianto deve essere sistemato a circa 25 piante/m2: devono essere fissati i tutori (reti in plastica) a tre luci (ogni luce è di 15cm x 15cm ed accoglie 2 piante), lasciando 50 cm circa di passaggio tra una porca e l’altra. Si suggerisce l’uso del ERT 23 della CIFO per stimolare la crescita e proteggere le piantine dallo stress da trapianto, utilizzandolo poi come stimolatore durante la coltivazione.

Per quanto riguarda la temperatura, la violacciocca richiede un periodo di basse temperature per l’emissione dello scapo fiorale (10°C durante la notte), resistendo anche a temperature prossime allo 0°, mentre manifesta sensibilità negativa alle alte temperature. Infatti l’induzione fiorale viene inibita a temperature notturne superiori ai 18°C. Normalmente, l’induzione comincia dopo circa 4 settimane dal trapianto, alla comparsa della 15ma foglia approssimativamente. Le irrigazioni, soprattutto nella fase iniziale della coltivazione, devono essere costanti e permettere al terreno di essere sempre umido ma sempre ben drenato. Volendo mantenere l’epoche di raccolta entro le 10 settimane anche d’inverno (dalla piantata di settembre in poi), è possibile utilizzare le lampade HID per tre-cinque settimane dal trapianto, garantendo 400watts/mq. Durante la fase di raccolta, invece, può essere esercitata l’illuminazione fotoperiodica con luci ad incandescenza dopo l’induzione fiorale fino a raccolta ultimata, per permettere la riduzione dei tempi di raccolta.

Per la crescita, la Violacciocca ha bisogno di concimazioni a base di azoto nel primo periodo con moderazione (70-100 ppm, circa 10gr/hl alla stato puro); procedere poi, durante il periodo di sviluppo e di maturazione, ad una concimazione ricca di potassio (sotto forma di solfato in caso di pH tendenzialmente elevati). Il fosforo è da usare con parsimonia: è preferibile darlo solo preventivamente, durante la concimazione di fondo, essendo la Violacciocca molto sensibile a questo elemento. Quindi nel primo periodo (sviluppo) è consigliabile l’uso di un 2-0.5-1, mentre nel secondo periodo (maturazione) l’utilizzo di un 1-0.2-3 + Microelementi. La matthiola manifesta sensibilmente la carenza di potassio mostrando le foglie basali di un colore tendente al giallo. Per quanto riguarda la EC dell’acqua, la violacciocca resiste ad alti valori (fino a 3.0 mS/cm)

La raccolta deve avvenire quando la metà dell’infiorescenza è aperta. Gli steli devono essere immediatamente messi in acqua e all’ombra. Se vi è carenza di carboidrati negli steli, come logica conseguenza di scarsa intensità luminosa o elevate temperatura durante il ciclo di coltivazione, la durata in vaso può essere scarsa. Un altro motivo di scarsa durata dello stelo in acqua può essere addotto alla eccessiva robustezza dello stelo per effetto di coltivazione con scarse irrigazioni (stress idrici).

Le malattie a cui è soggetta la Matthiola, sono: Maculatura Fogliare (Alternaria, Ascochyta o Cercospora) da combattere con ossicloruro di rame così come la Peronospora e la Ruggine Bianca; Marciume basale (Pythium) da combattere in via preventiva; Muffa Grigia (Botrytis);  tracheomicosi - Fusarium e Verticillium. Gli insetti dannosi per la produzione sono: Afidi (Mizus persicae e Neotoxoptera violae); le Altiche (Phyllotreta) le Cimici -Eurydema- e i defogliatori in genere- Phloglophora, Triphaena, Pieris.