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Informazioni VINI: Catalanesca
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Trattasi di vitigno a buccia bianca. Introdotta da Alfonso I d’Aragona (Gaudio, 1990) nel XIV secolo nelle campagne di Somma, si diffuse successivamente in quasi tutta la Campania. Secondo il Longo (1948), la tardiva e sorbevole “Catalanesca” era coltivata soprattutto a Somma Vesuviana, Santa Anastasia, Ottaviano e sulle pendici del monte Somma ad un’altitudine di m 150-500; coltivata nel versante di Resina (Ercolano) e Torre del Greco, la maturazione dell’uva avviene con molto anticipo (fine mese di Agosto, inizio Settembre). La “Catalanesca” a maturazione tardiva, si conserva bene sulla pianta ed in fruttaio, ovvero sotto tettoie aperte da ogni lato, resiste bene ai trasporti, e per tale caratteristica trovava, infatti, collocazione sui mercati nazionali ed esteri. Nella provincia di Caserta si trova anche la Catalanesca nera, ma non offre particolare interesse. La catalanesca, uva vesuviana da tutti conosciuta e di antiche origini, da sempre vinificata e ritenuta di buon auspicio dalla tradizione popolare, è assurta finalmente al rango di uva da vino, entrando a pieno titolo nella composizione del Lacryma Christi Bianco e di un particolare vino passito ( direi piuttosto una splendida vendemmia tardiva) prodotto da uva catalanesca in purezza, "VO" 2005 delle Cantine Olivella di Sant'Anastasia. Si dice che la catalanesca sia stata portata in Campania da Alfonso I di Aragona e messa a dimora sulle pendici del Monte Somma verso il 1450. Proprio alle falde del Monte Somma, vicino alla sorgente Olivella , venne scoperto nel 1974 un frammento di orcio vinario, prova della ricchezza di una zona dalla quale , fin da tarda epoca provenivano alcuni dei vini più pregiati dell'antica Roma. All'imboccatura l'orcio reca impressa la sigla abbreviata di Sextus Catus Festius insieme ad una sorta di "logo" raffigurante una foglia d'edera stilizzata simile ad un piccolo cuore.. Questo sigillo, non a caso, è divenuto il logo delle Cantine Olivella, giovane azienda creata con passione da Domenico Ceriello, in uno dei comuni di elezione della catalanesca, oltre a Somma Vesuviana, Trecase e Pollena Trocchia. L'azienda produce oltre al VO, un Lacrima Christi Bianco DOC ( da catalanesca e caprettone ) e Lacrima Christi Rosso DOC (da piedirosso e aglianico). Torniamo al "VO" . Si tratta senz'altro di una novità e come tale va intesa. Le caratteristiche fanno pensare più ad una vendemmia spinta che ad un tradizionale vino passito, nonostante la vinificazione abbia seguito il metodo dell'appassimento su graticci con fermentazione in acciaio e successivo affinamento in bottiglia per circa 6 mesi, siamo in presenza di una splendida Vendemmia Tardiva, senza voler pretendere nulla di diverso. Il colore è intrigante, un giallo oro quasi antico, al palato è caldo, dolce , sebbene leggermente carente in freschezza. Imputiamo questa piccola imperfezione sia, alle caratteristiche intrinseche della catalanesca, non troppo forte in acidità, sia a questa parte di territorio vesuviano che ha le caratteristiche della bassa collina, non particolarmente elevata sul livello del mare. I sentori sono quelli tipici della catalanesca in versione surmatura, accompagnati da un piacevole retrogusto muschiato; anche in bocca l'elevata morbidezza prevale sull'acidità. La persistenza gusto olfattiva è comunque buona e ci consente abbinamenti tradizionali quali la pastiera napoletana e la pasticceria classica. (da http://www.lucianopignataro.it)
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