BOCCA DI LEONE

Antirrhinum Majus

 

 

 

Della famiglia delle scrofulariaceae, è una coltivazione che può essere condotta in pien'aria o sotto serra.

Semina

Dalla messa a dimora del seme fino all'emergenza della radichetta passano dalle 48 ore (con temperature superiori ai 26°C)  alle 96 ore (con temperature inferiori ai 16°C). La semina viene normalmente effettuata in vivaio, su substrato di terriccio composto da torba nera all'80% e torba bionda al 20%. Il substrato deve essere tenuto sempre umido ma mai saturo e deve essere stato preventivamente sterilizzato con vapore (70°C per 20') o trattato con anticrittogamici per la lotta preventiva alle principali malattie (tolcofos-metile contro la rizoctonia, Phosetil-Al per stimolare una resistenza indiretta nelle nuove piante, Carbendazim contro Fusarium, Pithium). Il pH del terriccio deve essere compreso tra il 5,5 ed il 6,0 e la EC deve essere compreso tra 0,75 mS/cm e i 1,2 mS/cm. Bisogna evitare la presenza eccessiva di Azoto: il valore deve essere inferiore alle 5 ppm. Alla semina non bisogna coprire il seme: la luce non influenza la germinabilità e non arreca danno almeno fino alla comparsa della radichetta.  Subito dopo bisogna ombreggiare con rete almeno al 60% per evitare che l'illuminazione diretta danneggi le radici emergenti e la plantula conseguente: l'intensità luminosa deve essere compresa tra i 5000 lux ed i 16000 lux.  La temperatura, nella fase della crescita della plantula, deve essere compresa tra i 18 ed i 21°C e bisogna ridurre il livello di umidità nel terriccio per dare aria alle radici emergenti: deve continuare però a rimanere umido. Il pH deve rimanere costante (5,5 - 6,0) così come la EC. Si può somministrare 75 ppm di azoto da nitrato di calcio e da nitrato di potassio sin dalla completa formazione delle prime foglie cotiledonari. La bocca di leone è molto sensibili ad elevati livelli di EC e di presenza di nitrati. Normalmente nei terricciati utilizzati sono già presenti i concimi necessari per una buona partenza delle plantule: la normale irrigazione li rende disponibili. E' opportuno irrigare sempre al mattino, affinchè le piante siano asciutte a sera (quando aumenta l'umidità relativa e l'attacco da parte di crittogame possa essere facilitato). La crescita e lo sviluppo delle foglie vere è favorito da T a 17-18°C  e riducendo l'adacquamento al terriccio: aumentando l'intervallo tra un'irrigazione e l'altra, il terriccio tende ad asciugarsi maggiormente e ciò comporta una crescita ottimale dell'apparato radicale. L'intensità luminosa deve essere portata ad un valore compreso tra gli 11000 lux ed i 27000 lux. EC e pH devono rimanere costanti.In questa fase è necessario fertilizzare con 150 ppm di azoto da un concime complesso del tipo 2:1:2 alternato con nitrato di calcio, nitrato di potassio e solfato di magnesio, avendo cura di non miscelare il calcio con lo zolfo per evitare precipitazioni nella soluzione madre. Nella soluzione circolante bisognerebbe mantenere un equilibrio tra potassio, calcio e magnesio ad un livello del tipo 3:2:1. Evitare di somministrare azoto ammoniacale se le temperature sono inferiori ai 18°C.  Alla comparsa della seconda coppia di foglie vere, la pianta è pronta per essere trapiantata: la Temperatura deve essere tra i 16°C e 18°C, il terriccio deve essere abbastanza asciutto, il pH e la EC devono rimanere nei valori già suggeriti.

  

Trapianto

Il terreno che deve accogliere le piante deve essere di medio impasto, abbastanza sabbioso da permettere una corretta circolazione d'aria. Per la sterilizzazione del terreno, si può utilizzare procedere per via chimica (Bromuro di Metile, Dazomet e Basamid) o attraverso la via fisica (vapore o solarizzazione).

 La concimazione di fondo deve essere: letame bovino maturo 15-20 kg/m2 , perfosfato minerale 140 gr/m2 ,  calcio sotto forma di gesso agricolo (aiuta ada abbassare il pH) alla dose di 150 gr/m2 , solfato di magnesio 50 gr/m2 , solfato di potassio 100 gr/m2 (le quantità sono orientative e variano in funzione dei risultati dell'analisi del terreno). Al trapianto è bene effettuare un'irrigazione con uno stimolante radicale per favorire l'attecchimento (tipo ERT 23) alla dose di 100 gr/hl, da ripetere mensilmente. Comunque sia, la EC della soluzione circolante non deve essere superiore a 1,75 mS/cm, con meno di 10 ppm di azoto ed il pH deve essere compreso tra il 5,5 e 6,5. E' opportuno adeguare il pH del terreno diverse settimane prima del trapianto per renderlo stabile.

La bocca di leone viene anche classificata  "coltivazione a basso livello di nutrizione": fosforo e calcio vengono somministrati normalmente alla preparazione del terreno, gli altri elementi vengono dati in copertura. Le piantine vengono trapiantate dopo 4-5 settimane dalla semina. Normalmente, la bocca di leone viene trapiantata sotto serra, ma può anche essere disposta in pien'aria. La densità d'impianto varia dalle 21 piante a mq (piante soggette a cimatura) alle 56 piante a mq (nel qual caso viene prodotto un unico stelo): sulla porca di circa 50 cm vengono disposti 3 strati di tutori a tre luci (rete 17 cm x 15 cm a luce) ed in ciascuna luce trovano alloggio 2 piante ed 1 pianta alternata (2 e 1, 1 e 2, ecc) su quelle esterne, lasciando libera la fila di luci centrale per alloggiare l'impianto d'irrigazione, che può essere a farfalla o a goccia (tipo ecodrip). In caso di coltivazione "a strappo" (56 piante/mq) la disposizione delle piante per ogni luce esterna sarà di 4 piante. Soluzioni intermedie possono essere trovate in funzione dell'esperienza del coltivatore e del luogo, dell'esposizione e della giacitura del terreno. L'opportunità di far ambientare le piante provenienti dal vivaio prima del trapianto è da cogliere, per evitare rischi di attacchi da parte di crittogame. Subito dopo il trapianto è bene irrigare immediatamente. Dopo 24 ore bisogna effettuare il primo trattamento con Tolcofos-metile (Rizolex) alla dose di 200 gr/hl bagnando bene la zona del colletto e ripetendo il trattamento dopo 4 giorni. La prima concimazione deve avvenire all'irrigazione successiva, con un equilibrio N:P:K di tipo 1:0,5:1, facendo attenzione di somministrare azoto ad una quantità di 150 ppm ed aggiungendo acidi umici, stimolanti e microelementi per un perfetto e globale equilibrio nutrizionale.. Una fertilizzazione costante, con irrigazioni con acqua pura somministrata occasionalmente, deve essere effettuata fino alla comparsa dei bottoni fiorali. Tale è il momento di cambiare equilibrio con un rapporto N:P:K del tipo 1:0,5:1,5. Dalle 2 settimane precedenti all'induzione fino a due settimane prima della raccolta è possibile effettuare dei trattamenti fogliari a base di "Biolight" della Cifo, un biostimolante antistress che permette una migliore e più omogenea crescita, maggiore dimensione e robustezza dei fiori. La EC della soluzione circolante deve essere mantenuto ad un valore inferiore di 2,5 mS/cm per evitare stress alla pianta. E' comunque molto importante scegliere le giuste varietà di bocche di leone in funzione della risposta attesa. I fattori che influenzano la fioritura sono l'intensità luminosa, la durata del giorno, la temperatura, i livelli di CO2, l'umidità ed il tipo di suolo. In generale, la migliore qualità si ottiene con forte intensità luminosa; l'ombreggiamento è utilizzato in climi particolari per controllare l'elevata temperatura. Poichè la temperatura influenza notevolmente il tasso di crescita, è utile equilibrarla con la lunghezza dell'illuminazione e con l'intensità luminosa. L'induzione a fiore avviene quando la piantina raggiunge tra le 5 e le 10 paia di foglie, a seconda del tipo di risposta varietale a questi fattori. Tale fase è molto delicata e qualunque modifica abnorme delle condizioni ambientali influenza notevolmente la fioritura. Una volta avvenuta l'induzione, la temperatura notturna ha la più grande influenza sul  tempo di fioritura e sulla qualità del fiore. La temperatura ideale notturna per un'ottima produzione dipende dal tipo di varietà. Per ottenere un'alta qualità di steli, le bocche di leone devono essere raggruppate in gruppi in funzione della reazione alle temperature notturne: GRUPPO 1: dai 7 ai 10 °C; GRUPPO 2: dai 10 ai 13 °C; GRUPPO 3: dai 13 ai 16 °C; GRUPPO 4: > 16°C. Generalmente, le temperature più basse favoriscono la produzione di steli di migliore qualità a spese di una più lunga durata di coltivazione. Le migliori produzioni possono essere ottenute anche con l'aggiunta di luce supplementare tipo HID. Con questo metodo, le varietà appartenenti al gruppo 3 e 4 devono essere coltivate con luce supplementare ogni qualvolta la lunghezza del giorno è inferiore alle 12 ore. Le varietà appartenenti ai gruppi 1 e 2 non sono raccomandate per la coltivazione con luce HID perchè esse andrebbero a fiore molto precocemente, con steli bassi e di cattiva qualità.  La durata della luce somministrata deve essere il complemento a 14 ore per giorno, garantendo un'intensità luminosa compresa tra 3,8 e 4,4 klux, ponendo attenzione all'aumento di azoto fino a 500 ppm ed aggiungendo CO2 con delle quantità comprese tra 800 e 1200 ppm.

 

SELEZIONI VARIETALI

Le bocche di leone possono essere prodotte tutto l’anno nella maggior parte dei climi. Le varietà sono separate in 4 gruppi, a seconda  delle loro condizioni ottimali di crescita:

 

CATEGORIA

CONDIZIONI DEL

GIORNO LUNGHEZZA

CONDIZIONI DEL

GIORNO : INTENSITA’

LUMINOSA

TEMPERATURE

NOTTURNE in °C

 

GRUPPO 1

Corto

Bassa

7 - 10

GRUPPO 2

Corto(non come il 1° periodo

moderata

10 - 13

GRUPPO 3

Da medio a lungo

Da moderata ad altra

13 - 16

GRUPPO 4

lungo

alta

16 +

Conoscere i tempi di fioritura e le condizioni climatiche delle singole varietà permette di organizzare precisamente un corretto ciclo di piantata annuale. Questo è particolarmente importante per 2 ordini di motivi : programmare le fioriture in funzione dei periodi di vendita maggiore del fiore reciso ( 2 novembre, 8 dicembre, 25 dicembre, 14 febbraio, pasqua, 1 domenica di maggio e festività in genere) e programmare un corretto trapianto in funzione dell’appartenenza ai gruppi. Se una varietà di colore bianco programmata per la raccolta invernale ( per Natale) presente fiori troppo corti o una fioritura troppo precoce, si può provare a utilizzare una varietà appartenente ad un gruppo successivo o a seminare la stessa varietà qualche giorno più tardi rispetto a quella suggerita per il gruppo di appartenenza, assumendo tutti gli altri fattori come costanti.

 

 

 

Latitudini

NORD

 

 

Latitudini

SUD

 

CATEGORIA

semina

trapianto

raccolta

semina

trapianto

raccolta

 

Week n°

Week n°

Week n°

Week n°

Week n°

Week n°

GRUPPO1

33 – 35

37 – 39

50 – 7

Non applicabile

 

 

GRUPPO 2

37 – 49

30 – 32

40 – 1

34 - 38

8 – 19

44 - 49

34 – 51

38 – 4

49 - 17

GRUPPO 3

50 – 11

25 – 28

2 – 15

28 - 33

20 – 26

37 - 43

28 – 33

2 -10

32 – 37

5 -14

40 – 48

18 - 24

GRUPPO 4

13 – 23

16 – 27

27 – 36

11 – 26

15 – 31

25 - 39

 

Questa tabella è solo per guida generale. Le condizioni climatiche in certe aree possono dare deviazioni da questi ranger.

La differenza tra latitudine NORD e SUD è riferita al 38° parallelo.

Le condizioni particolari che si registrano di anno in anno, posson complicare le migliori programmazioni. Il passaggio dal gruppo 3 al gruppo 2 è la cosa più complicata per una corretta programmazione ed una precisa successione di raccolta qualitativamente costante di fioritura. Temperature eccessivamente elevate e alta intensità luminosa allo stato di giovani piante (estate), possono indurre le varietà appartenenti al gruppo 2 a scapi fiorali troppo precoci e troppo corti. D’altro canto, inusuali freddi notturni, anche dopo l’inizio della fioritura , posson drasticamente allungare il tempo di coltivazione delle varietà del gruppo 3. Varietà intermedie sono eccelenti scelte per una raccolta adeguata durante questo periodo. Oppure, si può fare riferimento a quelle varietà che sono collocate tra il gruppo 2 ed il gruppo 3. La progressione logica in funzione della diminuzione della lunghezza del giorno è Gruppo 3, gruppo 3 precoce, gruppo 2 tardivo, gruppo 2.

 

VARIETA’ GRUPPO 1  Molto precoce: MP; precoce: P; normalmente precoce NP; medio: M; normalmente tardivo: NT; tardivo: T

 

Varietà

Colore

Risposta

Maryland flame

Giallo aranci

M

Maryland light bronze

Bronzo chiaro

P

White euro pink

Rosa

P

Maryland true pink

Rosa

P

Maryland yosemite pink

Rosa

M

Winter pink

Rosa chiaro

T

Maryland royal

Popora

M

Maryland red

Rosso

P

Maryland flamingo

Rosa salmone

M

Maryaland lavander

Lavanda

T

Winter euro rose

Rosa scuro

M

Winter white

Bianco

P

Winter euro white

Bianco

T

Maryland ivory

Bianco avorio

P

Winter euro yellow

Giallo scuro

M

WIinter yellow

Giallo scuro

M

 

 

.GRUPPO 2

 

VARITETA’

COLORE

RISPOSTA

Maryland appleblossom

Bicolore bianco e rosa

T

Maryland plumblossom

Bicolore bianco e porpora

M

Maryland flame

Giallo arancio

P

Maryland dark orange

Bronzo scuro

M

Maryland light bronze

Bronzo chiaro

P

Maryland lavander

Lavanda

M

Winter pink

Rosa chiaro

NT

Maryland true pink

Rosa

P

Maryland yosemite pink

Rosa

M

Maryland royal

Rosso porpora

P

Maryland red

Rosso

P

Monaco red

Rosso vinaccia

T

Maryland flamingo

Rosa salmone

M

Monaco baltimore rose

Rosa scuro

T

Monaco violet

Rosso porpora

T

Monaco rose

Rosa scuro

T

Winter euro rose

Rosa scuro

M

Maryland ivory white

Bianco avorio

P

Monaco white

Bianco

T

Winter white

Bianco

P

Maryland white

Bianco

M

Winter euro white

Bianco

M

Winter euro yellow

Giallo

M

Maryland bright yellow

Giallo

T

Winter yellow

Giallo scuro

NP

Apollo ivory

Bianco avorio

T

Apollo purple

Rosso porpora

T

 

GRUPPO 3

 

VARIETA’

COLORE

RISPOSTA

Potomac appleblossom

Bicolore bianco e rosa

M

Potomac plublossom

Bicolore bianco e porpora

NP

Potomac early orange

Bronzo chiaro

P

Potomac dark orange

Bronzo scuro

M

Potomac orange

Arancio

M

Potomac early pink

Rosa

NP

Potomac light rose

Rosa

M

Potomac pink

Rosa

M

Potomac royal

Rosso porpora

T

Potomac red

Rosso

T

Monaco red

Rosso vinaccia

MP

Monaco baltimore rose

Rosa scuro

MP

Monaco rose

Rosa scuro

MP

Monaco violet

Rosso porpora

MP

Potomac rose

Rosa

NT

Potomac ivory white

Bianco avorio

M

Monaco white

Bianco

MP

Potomac early white

Bianco

NP

Potomac white

Bianco

M

Potomac soft yellow

Giallo chiaro

NP

Potomac yellow

Giallo

M

Apollo ivory

Bianco avorio

MP

Apollo purple

Rosso porpora

MP

 

GRUPPO 4

 

VARIETA’

COLORE

RISPOSTA

Potomac appleblossom

Bicolore rosa e bianco

M

Potomac plumblossom

Bicolore bianco e porpora

P

Potomac orange

Arancio

NP

Potomac light rose

Rosa

NP

Potomac pink

Rosa

M

Potomac royal

Rosso porpora

NT

Potomac rose

Rosa

NT

Potomac white

Bianco

M

Potomac ivory white

Bianco avorio

M

Potomac soft yellow

Giallo tenue

P

Potomac yellow

Giallo

M

 

 

NOMI SOSTITUITI PIU’ COMUNI

  

Axis rose

Monaco rose

Baltimore

Monaco baltimore

Bismark

Winter pink

Columbia

Potomac early pink

Eldorado

Maryland dark orange

Jackpot

Winter euro rose

Kansas

Potomac early orange

Montezuma

Winter euro yellow

New mexico

Potomac dark orange

Oakoland

Winter white

Oregon

Maryland lavander

Pan American winter pink

Winter euro pink

Peoria

Winter yellow

Ranger

Winter euro white

San Francisco

Potomac early white

tampico

Potomac soft yellow

Winchester

Potomac light rose

yosemite

Maryland yosemithe pink

 

 

Maneggio del post raccolta:

la migliore qualità è espressa dai 5 ai 7 fiori aperti. Raccogliere precocemente comporta una colorazione peggiore ed una dimensione dei singoli fiori inferiore, anche se continuano ad aprire. Ciò avviene soprattutto per le varietà a colore scuro. Per una lunga durata in vaso, bisogna disporre gli steli appena raccolti in acqua. Rimuovere le foglie dalla parte basale fino a scoprire un terzo della dimensione dello stelo. Per una spedizione immediata, trattare la base degli steli immergendoli in acqua calda (21-25 gradi)contenente conservanti fiorali, per poi disporli in frigoconservazione a 7-10 gradi per una notte. I conservanti fiorali devono contenere saccarosio (zucchero comune) + chinosol o un altro battericida per favorire l'assunzione dell'acqua. La colorazione si può sviluppare anche dopo la raccolta ponendo i fiori sotto l'illuminazione (2klux). La spedizione deve avvenire disponendo gli steli in maniera verticale e completamente al buio o con luce completamente diffusa, per evitare le curvature dell'apice. Possono resistere senz'acqua al massimo per 3-4 giorni a 4°C.

 

Problematiche abiotiche

Il pH elevato del substrato include sintomi di arresto o un'irregolare crescita delle piante nelle linee o ancora, una sviluppo irregolare sviluppo delle radici. Un pH molto alto può comportare una carenza di ferro e di boro. Si può intervenire somministrando concimi a base di solfati o, addirittura, con acido nitrico o fosforico.

La carenza di ferro può essere dovuta per l'alto valore di pH oppure substrato freddo, bagnato il quale, in queste condizioni, riduce la possibilità, da parte della pianta, di assorbire questo elemento. Il sintomo principale di questo tipo di carenza è identificato nell'ingiallimento delle parti internervali delle foglie disposte nella zona apicale della pianta.  I rimedi consistono nell'identificazione della causa della deficienza: se il pH è elevato, si può procedere con una somministrazione, in via puramente indicativa, con solfato di ferro ad una concentrazione di 0,25gr/lt applicato a saturare il substrato; se la carenza di ferro è dovuta invece al substrato freddo e bagnato, bisogna procedere con l'interruzione degl'interventi irrigui ed un riscaldamento aereo, metodo che permetterà di verificare miglioramenti entro 3-4 giorni.

Alta conducibiltà elettrica dell'acqua d'irrigazione può portare ad un ingiallimento diffuso della vegetazione ed, in casi estremi, a tipiche bruciature dei margini fogliari; la controprova di una tale condizione è fornita dalla bruciatura degli apici delle radici e da uno sviluppo stentato delle stesse; se non si dispone di acqua piovana o d'impianto di osmosi delle acque d'irrigazione, l'unico rimedio è fornito dal mantenimento quanto più costante del livello di umidità del substrato.  Alte temperature (superiori ai 35°C) portano alla chiusura degli stomi ed al blocco dello sviluppo vegetativo, così come le basse temperature (inferiori ai 4°C). temperature inferiori allo zero comportano gravi danni alla piante.

Luminosità eccessiva porta ad uno sviluppo stentato della pianta ed in casi estremi, con ustioni sulle parti centrali delle foglie più tenere; scarsa luminosità comporta un allungamento abnorme degli internodi ed, in casi estremi, all'eziolamento delle parti verdi.

 

Problematiche biotiche

Le bocche di Leone sono piantine relativamente resistenti agli attacchi se confrontati con altri tipi di coltivazioni. Afidi, minatrici e tripidi sono gli insetti più comuni di cui tale coltivazione è suscettibile. Effettuare un continuo controllo preventivo è utilissimo per intervenire prima che il danno risulti notevole. I pesticidi da utilizzare sono molti, ma è bene organizzare una rotazione dei prodotti da utilizzare sono molti, ma è bene organizzare una rotazione dei prodotti da utilizzare per evitare l’induzione alla resistenza. Non usare più di tre volte lo stesso pesticida è essenziale. Prodotti a base di solfato di nicotina, vapora e malathion hanno evidenziato una fitotossicità della bocca di leone e sono da evitare. Prodotti a base di cholorpyrifos danneggiano lo scapo fiorale.

Le malattie 

 

Malattie crittogamiche

Maculature Fogliari: Dovuti a diversi agenti (Colletotrichum antirrhini, Heteropatella antirrhini, Phyllosticta antirrhini, Septoria antirrhini), la sintomatologia prevede comparsa di macchie brunastre o di seccume sulle lamine fogliari, assumendo diverse forme e talvolta perforando i tessuti. La difesa prevede, alla comparsa dei primi sintomi, di trattamenti con Clortalonil od ossicloruro di Rame.

 

Oidio: L’azione è espletata da  Oidium antirrhini, sviluppando su tutta la parte aerea macchie feltrose biancastre che tendono a costituire un velo causando avvizzimenti e talvolta, raggiungendo anche il totale disseccamento delle parti più colpite. La difesa va effettuata con zolfo bagnabile o con prodotti antioidici specifici, durante il periodo primaverile-estivo.

 

Marciumi basali: Gli agenti possono essere Rhizoctonia solani, Pythium debarianum e Phytophtora spp.: essi colpiscono soprattutto le giovani piante in semenzaio ma anche soggetti adulti, generando annerimenti e marciumi dei tessuti basali. Le piante affette avvizziscono. La lotta è soprattutto preventiva, adottando piante sane e procedendo alla disinfezione del terreno. La lotta chimica può avvenire attraverso la distruzione dei soggetti infetti, con trattamenti a base di procimidone o di tolcofos-metile (nel caso di Rhizoctonia solani accertata) e di benalaxil, metalaxil o propamocarb contro gli altri patogeni.

 

Botrite: La muffa grigia è generata da Botrytis cinerea che, soprattutto in periodi umidi e piovosi, in condizioni di scarsa luminosità, manifesta la sua presenza attraverso la presenza di macchie rotondeggianti brunastre sulle parti tenere delle foglie e dei fiori, diffondendosi poi su tutta la vegetazione producendo marciumi ed avvizzimenti. La difesa deve essere effettuata attraverso la riduzione preventiva di elevata umidità ed adottando un’adeguata densità delle piante per far circolare al meglio l’aria all’interno della vegetazione o, in caso di attacco, con difluanide, tiofanate-metile o vinclozolin.

 

Peronospora: Agente è la Peronospora antirrhini, il quale blocca la crescita della piante, genera un raccorciamento degli internodi nella porzione apicale degli steli fiorali, le cui foglie, molto serrate, formano una rosetta. Le foglie basali tendono ad arrotolarsi al bordo verso la pagina inferiore. Sulla pagina inferiore delle foglie vi può essere la presenza di una muffa bianco-violacea composta da conidiofori e conidi ed in corrispondenza della quale compare una macchia giallastra sulla pagina superiore della foglia. La lotta deve essere effettuata in via preventiva, attraverso una corretta areazione delle serre, densità d’impianto adeguate alla circolazione dell’aria ed alla regolazione dell’umidità interna alla serra, nella scelta dell’impianto d’irrigazione più idoneo per evitare bagnature della parte aerea (irrigazione a goccia). La lotta chimica deve essere effettuata  con l’uso di prodotti a base di propamocarb, ossicloruro di rame, ziram, o comunque, ditiocarbammati in miscela con una fenilammide.

 

Ruggine: Generata da Puccinia antirrhini, le pustole polverulente tipiche dell’attacco, di colore prima giallo-brunastro e poi nere, s’i insediano sulla pagina inferiore delle foglie. Le foglie colpite ingialliscono e cadono. La difesa deve essere effettuata adottando accorgimenti atti ad eliminare o a controllare al massimo l’umidità e, in caso di attacchi, con l’uso di prodotti a base di ditiocarbammati, ossicarbossina o IBS.

 

Tracheomicosi: Gli agenti possono essere due: il Fusarium oxysporum ed il Verticillium albo-atrum. Essi agiscono soprattutto durante la stagione calda, generando improvvisi avvizzimenti e disseccamenti. Quando si effettuano tagli trasversali sul fusto, si può rilevare la presenza di annerimenti del sistema vascolare. La lotta è soprattutto preventiva, adottando piante sane e procedendo alla disinfezione del terreno. La lotta chimica può avvenire attraverso la distruzione dei soggetti infetti e con trattamenti a base di benzimidazoli da distribuire al terreno, per evitare la veloce diffusione del patogeno nel terreno.

 

PARASSITI ANIMALI

Cocciniglie: Le cocciniglie bianche degli agrumi (Spidiotus nerii) possono essere riconosciute dal tipico scudetto quasi circolare. E’ una specie polifagia ed altamente prolifica: essa produce generalmente ingiallimenti ed avvizzimenti che, nei casi più gravi, portano alla morte della pianta. La difesa va effettuata con l’uso di prodotti a base di oli bianchi attivati, con diazinone, fosforganici o piretroidi.

 

Defogliatori: Gli attacchi sono perpetrati dalla nottua del cavolo (Mamaestra brassicae) e dalla nottua degli orti (Maestra oleracea) le cui larve rodono di notte, mentre di giorno vanno sulla superficie del terreno o a poca profondità senza compiere alcuna azione, assumendo la tipica forma a C. Le erosioni fogliari ed il taglio dei giovani e teneri germogli  sono la sintomatologia più evidente. La lotta si effettua con l’uso di contatticidi a base di piretro, piretroidi, malation o acefale, avendo l’attenzione di distribuirli alla base delle piante al terreno, o mediante la creazione di esche con crusca avvelenata attorno ai colletti delle piante da proteggere.

 

Ragnetto: È l’acaro pallido del ciclamino, scientificamente conosciuto con il nome di Steneotarsonemus pallidus, quello che genera attacchi diffusi sull’antirrino. Esso, rifuggendo la luce, trova riparo nelle gemme o tra le folgie o sugli apici vegetativi. Le foglie assumono dimensione ridotta e deformata, con il lembo ispessito e talvolta arrotolato, con la vegetazione sofferente. La lotta deve essere effettuata con insetticidi cloroderivati i quali sembra che diano i migliori risultati.